L' Amicizia Inossidabile

Mentre mi stavo organizzando per il premio “Torre d’Argento 2001”, continuava la mia autopromozione inviando i miei lavori a case discografiche ed artisti in ambito nazionale. Tra i tanti siti internet visitati mi sono imbattuto in quello di Artilandia dove tra i vari artisti collaboratori vidi un certo “BigSteve”, le cui caratteristiche artistiche erano molto simili alle mie: prelidige la musica Chill Out e l’elettronica, appassionato della musica di Jean Michel Jarre, Vangelis, Kitaro ed altri “guru” dello stile musicale nel quale sono cresciuto artisticamente. Il sito di Artilandia mi permetteva di contattare tramite email questo musicista il quale, dopo aver ascoltato qualche mio brano, non attese molto a rispondermi scambiandoci i contatti telefonici. Christian Stefanoni, vero nome di BigSteve, oltre a complimentarsi per le mie melodie, intuì subito una cosa dicendomi letteralmente: “ho ascoltato molto bene i tuoi lavori ed ho capito che ti lasci trasportare molto dai suoni che usi”. Era vero! Brani come “Orione”, “Memorie”, “Waves”, erano molto istintivi, suonati da un trasporto emotivo che lo stesso suono mi trasmetteva e Christian era riuscito a scansionarmi dal semplice ascolto di quei brani a circa 1000 km di distanza ovvero da Torino mentre io restavo di base in Calabria.

Io e Christian diventammo “amici di musica” ed in una delle nostre interminabili chiaccherate, promettendoci che un giorno avremmo suonato insieme su un palco, mi fece la proposta di raggiungerlo a Torino dove mi avrebbe presentato il suo editore per fargli ascoltare direttamente i miei lavori e, chissà, avere un’opportunità in più per produrre insieme un disco con quell’etichetta. Accettai di buon grado e preparai qualche copia del CD audio contenente quasi tutto il mio repertorio.

Arrivato a Torino venni accolto da Christian quasi come se ci conoscessimo da decenni rafforzando la nostra empatia  alimentata dai nostri discorsi concordanti sul mondo della musica. Andammo subito dall’editore Sergio Mari il quale dopo avermi fatto visitare la sua casa discografica ascoltò i miei brani così come li avevo realizzati. Sembrava essere molto interessato ed attendo alle melodie. Successivamente mi invitò ad entrare nel suo ufficio dove io e Christian lo vedemmo scrivere su un foglio che mi fece leggere dopo avermi detto che, in virtù dell’amicizia che mi lega a Christian, era disposto ad arrivare a “soli” 12.000 euro. In un primo momento capii che quella sarebbe stata la cifra  che mi spettava di diritto nel caso in cui cedessi a lui i brani. Tuttavia Sergio mi riprese immediatamente informandomi meglio che quella era la cifra che avrei dovuto spendere per la realizzazione dell’album, per il pagamento degli strumentisti e l’impegno dello studio di registrazione dovendo rifare ex-novo i brani proposti.

Mi sentivo confuso e poco persuaso da quella proposta. Non capivo. Nella mia più totale ingenuità, fino a quel momento, ho creduto che una casa discografica, se interessata, si sarebbe fatta carico di tutte le spese qualora fosse interessata ad un progetto musicale ma evidentemente non era così. Deluso dall’incontro con l’editore ma rincuorato dall’aver conosciuto personalmente Christian, tornai a casa accettando una sconfitta che mi rese abbastanza confuso: la mia musica piaceva o no? Se da un lato ottenevo consensi e plausi dall’altra quella convinzione ingenua mi destabilizzò cercando una risposta concreta da Christian il quale mi spiegò meglio come funziona la “macchina commerciale” della musica. Dovevo investire quei 12mila? La mia testardagine non me lo permise e continuai con la mia filosofia, giusta o sbagliata che sia.

Esposi a Christian la mia decisione nel non voler accettare quell’opportunità seppur lo stesso cercò di convincermi che, per la complessità del progetto stesso, quella cifra era più che ragionevole. Christian accettò la mia decisione ma non abbandonò l’idea di realizzare un disco insieme proponendomi, in autoproduzione, la realizzazione di un disco sotto lo pseudonimo “O-Zone”: The Chill-Out Dimension fu il titolo di quell’album contenente, in alternanza, 5 brani di Christian e 5 miei. Si concretizzò cosi una vera “alleanza artistica” che vide, nel corso del tempo, un susseguirsi di collaborazioni ad iniziare con l’EP Planets, edito e pubblicato da Edizione Straordinaria nel 2003, per il quale realizzai “Planets of Silence”, brano che fu ripubblicato nel 2005 dalla Gluon Music nella compilation “Ti Vedo” a cura di Francois Gnisci ed Angela Laruccia. Sempre nel 2005 i nostri nomi erano presenti nella compilation Deejay Traxx vol.2 prodotto dalla Fluida Records e nel quale venne pubblicata la prima versione di “September”, riproposto successivamente nell’Ep del 2013 e nel mio album “Where are You?” del 2015.  

Tra me e Christian si era formata una vera e propria stima reciproca e la nostra amicizia superava l’ostacolo del migliaio di chilometri che ci separava. Riuscivamo a produrre insieme progetti musicali: in ogni album o EP di uno c’era sempre il tocco personale dell’altro: nel mio “Silence plays Jarre” , lui realizzò due tracce (Equinoxe pt.VII ed Aero), nell’Ep “Segnale Orario” e nell’album “#Ora Esatta” di Christian è presente la mia versione Electro Mix dello stesso brano, nel mio Ep “Memories of a Blade” è presente la versione “Art J Stefanoni RMX”. Ma la vera soddisfazione trova vita il 27 febbraio 2016 ovvero quando io e Christian ci trovammo sullo stesso palco del Reload Music Festival di Torino. Pochi mesi prima mi contatta Christian e mi chiede: “Riesci a raggiungermi a Torino? Ci sarebbe l’opportunità di suonare insieme un nostro brano per poi suonare da solisti alcuni pezzi…” . E chi si sarebbe mai lasciato perdere quell’occasione? Ovviamente diedi la mia conferma ma restava un piccolo problema. Cosa avremmo suonato insieme? Dovevamo lasciare il segno agli ospiti del festival! Dovevamo realizzare qualcosa di inaspettato. Proposi a Christian un’idea che stavo facendo nascere: una versione EDM del Carmina Burana di Carl Orff. Lui ne fu subito entusiasta ed ascoltò quello che avevo realizzato fino a quel momento chiedendomi di lasciarlo in stand-by per poi terminarlo insieme il giorno prima dell’evento. Si, era una vera e propria impresa non avendo preso in considerazione altre alternative a quel brano.

L’emozione di rivedere Christian dopo 15 anni fu enorme. E dopo un breve giro turistico per le vie di Torino ci mettemmo subito al lavoro. Le mie tastiere mi anticiparono avendole spedite qualche giorno prima e Christian le approntò insieme alle sue per terminare il nostro “Carmina Burana RMX”. Sarà stata l’emozione, la felicità di realizzare il sogno di suonare insieme, la consapevolezza di partecipare ad uno degli eventi musicali più importanti del constesto musicale elettronico internazionale curato da Virginia Sanchesi, ma ci riuscimmo: Carmina Burana RMX divenne realtà e fu ascoltato per la prima volta quel 27 febbraio 2016, non su uno ma su ben due palchi montati all’interno del Lingotto Fiere di Torino dove si svolgeva il Reload Music Festival ove, oltre noi due, si esibirono talenti dello scenario musicale elettronico di fama internazionale tra cui Benny Benassi, Anfysa Letyago e The Chainsmokers.

Il giorno dopo l’evento lo dedicammo alla nostra inossidabile amicizia trascorrendola con una leggerezza tale da non credere, tutt’oggi, di essere riusciti a realizzare quel sogno iniziato 15 anni prima. Da allora sono trascorsi tanti anni ma rimane viva la promessa di replicare quell'esperienza salendo nuovamente su un palco per suonare ancora insieme.

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