Il Palco dei sogni (seconda parte)

Il suono del pesante calpestare su quel palco, tra il via vai dei tecnici e di tutti gli artisti presenti in attesa dell’inizio dello spettacolo, sembrava un incessante battito di un cuore, forse quello del teatro stesso che “vive” durante ogni esibizione. Il mio cuore invece era in fibrillazione per la forte emozione provata in quei momenti. Non ci fu una vera e propria prova della scena o della presentazione degli artisti ma il presentatore, forse capendo il mio senso di agitazione, mi regalò un sorriso che mi cancellò completamente quella emozione della “prima volta sul quel palco”: dopo aver presentato Enzo con il suo nome d’arte Vince McStross, mi invitò a raggiungere le mie tastiere presentandomi al pubblico chiamandomi “Jean Michel Jarre”! 
Si udirono sorrisi arrivare dalle poltroncine del teatro ma quella più assordante fu il mio riuscendo davvero a farmi sentire leggero su quel palco come se l’avessi calpestato da sempre. Assodato che non ero Jarre, Vince McStross mi presentò col mio vero nome d’arte e in men che non si dica il presentatore indicò al pubblico il titolo del brano che stavamo per suonare: Shared Emotions. Guardai il pubblico: non c’era una poltroncina vuota in quel momento in teatro. Li sentivo “miei”. Il mio stesso animo mi suggeriva “tranquillo… adesso ascolteranno…”. 
E dopo aver incrociato lo sguardo con quello di Enzo, cominciai a suonare la prima nota.. e poi Vince McStross cominciò il suo assolo dell’intro per poi completare insieme il mio brano fino alla fine. Shared Emotions: già emozioni condivise. Le stesse che riuscì a trasmettere al pubblico grazie alle corde suonate da Enzo “Vince McStross”. Una di quelle emozioni che per un attimo mi aveva bloccato durante le prove si trasformò in un quasi incessante suono di applausi incastonato tra l’ultima nota suonata all’unisono da me e Vince.  Dopo aver ringraziato il pubblico, io ed Enzo ci ritirammo dietro le quinte dove quest’ultimo mi abbracciò forte. A momenti sembrava lui quello “novellino” invece era tutto il contrario. Il suo entusiasmo superava il mio nonostante la sua carriera artistica fosse nettamente superiore alla mia; ciò confermò una cosa importante di cui ne facevo già tesoro: “ogni volta è come la prima volta”. Ed è vero: ancora oggi, anche l’ennesimo album pubblicato mi regala la stessa emozione che mi donò il mio primo single pubblicato. E così fu per Enzo: nonostante fosse l’ennesima volta che si esibiva per il pubblico (e non solo quello del Metropolitan), il suo entusiasmo sembra suggerire che fosse la prima volta, lo stesso entusiasmo che mostrò  qualche mese dopo al Palazzo Platamone di Catania dove riproponemmo Shared Emotions in occasione di una seconda kermesse a scopo benefico a favore della ricerca medica sempre organizzato dall’associazione “Medici in Vena”.
Tutt’oggi io e Vince McStross continuiamo la nostra Amicizia fatta di ricordi e del sogno di poter suonare ancora una terza volta insieme.. del resto come dice il detto? “Non c’è due senza tre…” e quindi sono sicuro che prima o poi tornerò a suonare con il grande chitarrista Vince McStross!