La Premiazione (seconda parte)
Alla fine degli anni ’90 mi trasferii in Calabria ed agli inizi degli anni 2000 cominciai a frequentare un circolo sportivo in cui la titolare, Renata Galea, insegna tutt'oggi danza moderna. Tra una sessione di allenamenti e l’altra osservavo le performances degli allievi e delle allieve diretti da Renata. L’intuizione: perchè non provare a far ascoltare la mia musica a Renata e proporle di realizzare una coreografia? Le raccontai la proposta di Giancarlo e dell’opportunità di suonare nuovamente sul palco della premiazione. Renata non perse tempo a confermarmi la sua disponibilità chiedendomi una lista di brani da cui scelse “Memorie”. Ma non bastava: dovevo inventarmi qualcos’altro per sbalordire il pubblico che mi attendeva all’evento del prossimo settembre.
Chi è stato in calabria non farebbe altro che mentire se raccontasse di essersi trovato male, di non aver conosciuto il calore umano dei calabresi, la loro cultura, storia e disponibiltà. Oggi conto i decenni in cui ho vissuto (e vivo) in questa bellissima terra sentendomi ormai per metà calabrese. Ho conosciuto persone meravigliose tra i quali Leonardo Locri e la sua splendida famiglia. Leonardo (sarà forse per il suo nome?) è una specie di genio, così come cantava Lucio Battisti: con un cacciavite in mano fa miracoli. Posso sicuramente affermare che Leonardo sia un vero artista ed artigiano del legno: qualsiasi cosa possa essere creato con esso lui lo realizza. Dedito all’arte in tutte le sue forme, Leonardo realizzò una coppia di “Giganti Calabresi”, la rappresentazione allegorica della conquista della libertà del popolo calabrese dai predoni sareceni e turchi, che per secoli devastarono la Calabria. Fui come folgorato dall’idea: unire il folklore calabrese alla musica elettronica! E così chiesi a Leonardo ed a suo figlio Stefano, che già conoscevo in qualità di chitarrista, la loro disponibilità nell’accompagnarmi in questo progetto. Mi guardarono incuriositi con un sorriso che confermò la loro partecipazione e la loro disponibilità nell’accompagnarmi in questo progetto dopo sentirmi aggettivare amichevolmente da Stefano: “tu sei un pazzo!” . Esposi l’idea ad un’entusiasta Renata che nel frattempo stava istrunendo le sue allieve per “Memorie”. Mi misi subito davanti la tastiera per realizzare un brano consono all’idea: doveva essere un perfetto binomio tra la musica folkoristica e la musica elettronica e doveva dare contemporaneamente la sensazione di un ambiente futuristico ed allo stesso tempo antico. Forse Stefano aveva ragione: solo un pazzo poteva realizzare un brano come “Aragona” con la sua introduzione elettronica che conduce verso la ritmica della tarantella (usata proprio per il ballo dei “Giganti” durante le varie sfilate danzanti negli eventi folkloristici) per poi riunirsi nuovamente all’elettronica. Il tutto aggraziato dalle allieve di Renata che nel contempo eseguivano la loro performance insieme ai giganti. Ogni novità veniva dettagliata a Giancarlo per aggiornarlo su quello che sarebbe successo sul palco dell’XI edizione del Premio "Torre d’Argento”. Tutto era pronto: partimmo alla volta di Santa Maria di Licodia. Era l’8 settembre 2001 e Giancarlo era li ad attenderci. Anche questa volta Giancarlo diede quel senso di sicurezza mentre una troupe televisiva montava le telecamere attorno al palco.
Gli ospiti della serata cominciavano ad accomodarsi sulle poltroncine in attesa che iniziassero le premiazioni. Ricordo che tra i tanti ospiti vi era un eccentrico Giampiero Mughini e li poco distante, senza che ne sapessi nulla, il mio amico Giovanni Mazzone, già medico chirurgo nonchè, in tempi più recenti, impegnato nell’iniziativa di Medici Senza Frontiere in Africa.
I “Giganti” erano ben nascosti da enormi teloni quindi il pubblico non poteva assolutamente aspettarsi la nostra sorpresa e non a caso utilizzo questa parola: sorpresa. Dopo aver suonato l’introduzione elettronica accompagnata dalla danza delle allieve di Renata, ecco che improvvisamente la musica cambiò ritmo ed i “giganti” vennero scoperti dai teloni cominciando il loro ballo, eseguito da Leonardo e Stefano, sulle note di “Aragona". Ricordo ancora il suono di un collettivo “oh” di stupore del pubblico. L’effetto fu proprio quello che mi aspettavo: stupore, lo stesso effetto di cui raccontavo a Giancarlo nelle nostre telefonate. La performance fu ancora più acclamata quando sia i giganti che le ballerine danzarono insieme in un contesto di una moderna melodia su base elettronica che chiudeva il brano sotto lo scroscio degli applausi del pubblico. Mentre mi accingevo ad avvicinarmi al centro del palco per ringraziare il pubblico, notai avvicinarsi Giancarlo ed i presentatori della serata. Pensai che si stessero avvicinando per presentare tutto il gruppo che nel frattempo ringraziava il pubblico. Ero talmente felice e confuso allo stesso tempo che non mi resi conto che Giancarlo stava raccontando qualche dettaglio del progetto “Aragona” parlando di me e del mio impegno artistico invitando Giovanni Mazzone a salire sul palco per consegnarmi il premio per la “Migliore Colonna Sonora Teatrale”. Non riuscivo a crederci! Ricordo il volto sorridente di Giovanni e la sua calorosa stretta di mano dopo avermi consegnato il premio. Ricordo il suono dell’applauso e la felicità del gruppo delle ballerine ed i sorrisi genuini di Stefano e Leonardo. Ricordo che gli stessi applausi furono destinati per la performance eseguite dalle ragazze sul brano Memorie poco prima che l’evento si concludesse. E quando si concluse tutti i ringraziamenti furono d’obbligo ma non prima di vedermi davanti Giampiero Mughini con i suoi occhiali da vista con la montatura color rosso ed il suo incoraggiamento a proseguire la meravigliosa arte musicale che gli avevo fatto ascoltare. Mi disse: “sai.. durante una premiazione, un evento ben organizzato come questo, gli applausi sono un evento meccanico che segue una performance. I tuoi no: i tuoi sono stati nella più totale complessità i più sinceri di tutta la serata”. Le parole di Giampiero Mughini furono per me il secondo premio ottenuto in meno di un paio d’ore.
In realtà il premio non fu solo ad essere la cosa preziosa avuta da quella esperienza. Il vero premio fu quella considerazione avuta da ogni singola persona che dal primo momento ha creduto nei miei sogni, nella mia musica, nelle mie idee e nei miei progetti. Le stesse persone che tutt’oggi ricordo in questi paragrafi di vita artistica a cui devo tanto e che non smetterò mai di ringraziare.