Il Palco dei Sogni
Avete mai desiderato una cosa al punto che alla fine riuscite ad ottenerla o realizzarla? Io si. Nel blog intitolato “Catania, via S.Euplio, anni ‘90”, ho raccontato del mio pensiero diretto alla bellezza di poter suonare in uno dei teatri più belli e rinomati di Catania: il Metropolitan. Ed è sempre stata mia ferma convinzione che chiunque noi siamo o facciamo, cosa sognamo e cosa vorremmo, qualsiasi sia la nostra condizione sociale… i nostri sogni sono tutti realizzabili se lo desideriamo davvero. A volte con un pizzico di fortuna ed altre con tanta sagacia ma lo scopo finale è raggiungibile senza però trovare alcuna scusa nei fallimenti: si fallisce perchè abbiamo tentato e non è una vergogna. Sarebbe un vero fallimento non aver mai tentato almeno una volta a realizzare quel sogno vivendo con quello scrupolo guardandosi nell’animo con rancore per se stessi . Invece aver tentato è sinonimo di coraggio, di volontà ed autostima. Probabilemente del nostro successo non importerà a nessuno ma per noi sarà il giusto merito di una vittoria tanto combattuta e cercata. Ma torniamo al mio racconto e di quella volta che riuscii a suonare al Teatro Metropolitan.
Nonostante i miei piccoli successi, tra la colonna sonora del Veniero e la pubblicazione di qualche album, non smisi di promuovere la mia arte andando alla ricerca di qualcuno che fosse interessato al mio genere musicale. Tra il 2011 ed il 2012, subito dopo aver ultimato l’album “La Carezza di una Nuvola”, conobbi casualmente Enzo Stroscio, chitarrista e direttore artistico della “Sinuhe Third” di Catania. Lui fu impressionato dalla mia musica soprattutto dal mio “Shared Emotions”. Mi invitò a visitare il suo studio editoriale nonchè la sua sala prove dove trovai uno stupendo Theremin che, senza alcuna opera di convincimento, mi misi a suonare con la mia solita improvvisazione. Approfittai del momento per fargli ascoltare alcuni dei miei brani, tra cui Lovely Sharp Shapes, il mio primo brano prog-rock tendando di stuzzicare la passione di Enzo per la chitarra elettrica. Ma lui aveva già ben chiara la sua scelta: Shared Emotions, o meglio la mia prima versione, un brano elettronico tendente alle sonorità progressive e rock. E dopo averla ascoltata più e più volte mi disse, senza altri termini, di volerla suonare insieme a me dal vivo. Ne restai entusiasta ma non avevo ancora idea di quali fossero le sue intenzioni. Dopo il nostro incontro, con una serie di telefonate Enzo mi aggiornava sulla situazione chiedendomi se fossi disposto a suonare Shared Emotions il 4 gennaio 2012 al Teatro Metropolitan in occasione di una serata di beneficenza organizzata dall’Associazione Medici in Vena. Potete ben immaginare la mia reazione. Per qualche centesimo di secondo restai paralizzato ed in quel frangente mi venne in mente quel ragazzino pieno di speranze e volontà d’animo fermo davanti l’ingresso del teatro che pensava al suo grande desiderio, lo stesso che in quell’instante, Enzo Stroscio, gli propose per suonare dal vivo il suo brano più bello.
Arrivò il 4 gennaio 2012. Con me tutti i miei strumenti che sistemai su quel palco in ovvio anticipo rispetto all’inizio dello spettacolo. Enzo preparò la sua chitarra e non appena pronti provammo un soundcheck per la regia. Già tanto mi bastava ma il bello doveva ancora arrivare. Durante le prove il teatro era ancora vuoto e le poltrone rosse ci facevano da spettatori insieme ai vari tecnici e gli altri artisti della serata.